lunedì 7 marzo 2011

CITTADINANZA ONORARIA A MONS. BRUNO FORTE

Sabato prossimo, di fatto, inizia la campagna elettorale per le prossime elezioni del 15 maggio.

La cerimonia dell’avvio dei lavori della chiesa di san Rocco, progettata da Mario Botta, appare più uno show che una inaugurazione: manifesti, totem, proiezioni, conferenze, telecamere e flash.

Tutto è stato elaborato per dare visibilità ad un’opera che dovrà risollevare le sorti architettoniche di Sambuceto che comunque rimarrà, dopo la cura Caldarelli, l’unico paese in Italia senza campanile.

Ma a tutto c’è un limite.

Conferire in piena campagna elettorale la cittadinanza onoraria al vescovo Bruno Forte appare un’inutile strumentalizzazione politica, che dividerà nuovamente il paese ed il consiglio comunale convocato per domenica prossima.

Sebbene la costruzione di un nuovo edificio religioso sia un momento solenne ed importante per la comunità, la storia della costruzione della nuova chiesa di san Rocco è stata un processo lacerante per la comunità, di fatto profondamente divisa sull’abbattimento della vecchia chiesa.

La mancanza di azioni popolari per il finanziamento dei lavori, ed il ricorso costante ad imprenditori e finanziatori di lusso, evidenzia un distacco di una parte dei fedeli dal nuovo monumento religioso.

Sambuceto deve ritrovarsi come comunità unita e per questo motivo sarebbe opportuno che il sindaco eviti di “tirare per la giacchetta” uomini di chiesa nel consiglio comunale e quindi nel dibattito politico.

I lavori sono appena iniziati e non sono certi, ad oggi, il finanziamento ed i tempi per il loro completamento. Al termine degli stessi appare evidente che il paese attribuirà a mons. Bruno Forte ed a tutti coloro che si saranno prodigati per la realizzazione della nuova casa di san Rocco il giusto riconoscimento.

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