sabato 11 dicembre 2010

IL CANDATO GIUSTO PER PERDERE

Finalmente Verino Caldarelli ha deciso chi, secondo lui, dovrebbe essere il suo successore alla carica di sindaco di San Giovanni Teatino.

Il prescelto, come tutti pensavano, non è Mauro la Torre, ormai ex vicesindaco, ma Ezio Chiacchiaretta, attuale assessore all’urbanistica.

Il profilo del delfino di Caldarelli, che vorrebbe succedere al trono del regno dei centri commerciali e dell’edilizia selvaggia, è tratteggiato da “sonanti” sconfitte.

Chiacchiaretta a San Giovanni Teatino è già noto come perdente, basti ricordare che nel 2001 è stato candidato a sindaco del centrosinistra perdendo le elezioni proprio contro Caldarelli.

Nel suo curriculum c’è anche la mancata promessa di adottare in consiglio comunale il nuovo piano regolatore entro l’estate scorsa e poi entro ottobre, come annunciato dallo stesso sindaco nella riunione tenutasi con i costruttori per vendere il campo sportivo di via Quasimodo.

Oppure l’ormai famosa delibera del primo giugno scorso, riguardante l’approvazione di un progetto in variante al Piano Regolatore per un edificio commerciale le cui opere erano già state realizzate abusivamente, come denunciato pubblicamente dall’opposizione nel corso della seduta consiliare.

Chiacchiaretta, quindi, si presenta come il candidato migliore per perdere le elezioni, considerato che la sua figura viene percepita non come l’eventuale futuro sindaco ma soltanto come il portavoce di Verino Caldarelli.

San Giovanni Teatino ha bisogno di un cambiamento di rotta!

C’è necessità di rivitalizzare il centro del paese oggi ridotto ad una landa desolata, eliminando i parcheggi a pagamento e riportando il mercato in piazza San Rocco. Bisogna evitare la vendita del campo sportivo di via Quasimodo per realizzare al suo posto un parco con attrezzature sportive di quartiere e reperire i finanziamenti, non pubblici, per realizzare la nuova chiesa.

C’è tanto da fare a San Giovanni Teatino e tutti i cittadini che ci tengono al futuro del paese devono elaborare e condividere un progetto di sviluppo del territorio che veda crescere i servizi e la qualità della vita, invece che i palazzi.

Dobbiamo individuare le donne e gli uomini che possono veramente produrre un cambiamento atteso ormai da anni dalla popolazione. Un cambiamento che non ha la strada già spianata, visto che dopo “la cura” Caldarelli il Comune si ritrova 34 milioni di debiti, ma ci sono tutte le persone, le energie e la passione per farlo.

Nessun commento:

Posta un commento